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    LE GESTA DI FRA’ DIAVOLO    


 

Comune: Itri
Tipo : FATTI, MISFATTI, LUOGHI E PERSONAGGI

Ad Itri (a quei tempi appartenente al Regno di Napoli, al confine con lo Stato Pontificio) nacque Michele Arcangelo Pezza (1771-1806); così si chiamava, all’anagrafe, questo discusso personaggio la cui fama ha ispirato innumerevoli libri e film, spesso intessuti di fantasia.
Una fama comunque meritata data la sua vita avventurosa e dedicata, a modo suo, ad ideali patriottico - borbonici (siamo al tempo in cui i Francesi erano assolutamente intenzionati a riconquistare – e tenere- il Regno delle Due Sicilie).



Quando, nel 1771, vi nacque Michele Pezza, Itri (nel Regno di Napoli, al confine con lo Stato Pontificio, sulla Via Appia), raccolta attorno al suo possente Castello, era luogo di transito di eserciti e mercanti.
Per un voto di famiglia AL PICCOLO MICHELE FU IMPOSTO DI VESTIRE L’ABITO DA FRATE, venendo così chiamato FRA’ MICHELE, nomignolo che poi – dato il carattere del fanciullo - un suo insegnante (sacerdote) gli modificò, in quello PIÙ ADEGUATO DI FRÀ DIAVOLO. Il nuovo nomignolo lo accompagnò degnamente in tutte le vicende che seguirono: oggi da alcuni egli è collocato fra i peggiori briganti dell’ epoca e da altri invece è considerato un patriota (in senso regionale, borbonico, ma pur sempre italiano).
Tutto INIZIÒ DA RAGAZZO, CON UN PAIO DI DELITTI (ammazzò il maestro sellaio del paese – suo datore di lavoro - che lo aveva aggredito e il fratello di questi che voleva vendicare il congiunto). Si rifugiò fuori del Regno, a Sonnino (che, guarda caso, era una capitale del brigantaggio nello Stato Pontificio).
Ma quando il Regno di Napoli - nel 1797 - assoldò volontari per inviarli in Lombardia a contrastare, a fianco degli Austriaci, l’avanzata di Napoleone, la famiglia riuscì a fargli COMMUTARE LA PENA IN “VOLONTARIATO” MILITARE E COSÌ EGLI PARTÌ CON L’ARMATA NAPOLETANA. Le sorti di quella guerra però si misero male e Ferdinando IV si trovò il Regno invaso dai Francesi (Repubblica Partenopea). Nelle vicende che seguirono (intanto il Re si era alleato con Inglesi e Austriaci per riprendersi il Regno) partecipò anche all’occupazione di Roma da parte dei Borbonici.
Cominciò così UNA SERIE DI VICENDE, CON ALTERNE FORTUNE, CHE VIDERO IL NOSTRO “EROE” DIVENTARE SEMPRE PIÙ IMPORTANTE PEDINA DEI REALI BORBONICI perennemente impegnati nella difesa o riconquista del Regno contro i Francesi. DA ATTI DI VERO E PROPRIO BRIGANTAGGIO (a carico dei ricchi, personalmente mai crudele, e da qui la fama di brigante gentiluomo) A SCONTRI MILITARI IN CAMPO APERTO, Frà Diavolo ebbe una vita - a dir poco - avventurosa.
Da “capomassa” SALÌ AI MASSIMI GRADI DELL’ESERCITO BORBONICO (pur rimanendo in sostanza un capobanda ribelle) e fu molto stimato perfino dal Contrammiraglio Nelson. A volte non riusciva ad impedire eccessi e malefatte da parte dei suoi accoliti; il tutto, alla fine, gli costò LA MORTE PER IMPICCAGIONE, INFLITTAGLI DAI FRANCESI SULLA PIAZZA DEL MERCATO DI NAPOLI (si, proprio quella di Corradino di Svevia); era il 1806 e AVEVA 35 ANNI.
Ad Itri si può visitare un interessantissimo Museo del Brigantaggio.

Nella Foto - Sinistra: Via Appia e Itri ai primi dell’800 (inc. M. Irton - propr. lazioturismo)
Destra : Fra’Diavolo (visto da P.Giudici in “Storia d’Italia” ed. Nerbini

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