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    PARCO VILLA GREGORIANA di TIVOLI    


 

Comune: Tivoli
Categoria : ville e palazzi storici Tipo : parchi storici

La Villa Gregoriana, oggi inclusa in un più ampio Parco comprendente anche la contigua Valle dell’Inferno, è un giardino romantico realizzato nella prima metà dell’ottocento per volere del bellunese Papa Gregorio XVI, in occasione delle opere di regolamentazione delle acque dell’Aniene.
Essa si sviluppa su una zona scoscesa ed i suoi pittoreschi sentieri, che si snodano fra una folta vegetazione, toccano grotte, ruderi e aree panoramiche tra cui quella sulla spettacolare Cascata dell’Aniene.



Nella foto: TIVOLI - un angolo del PARCO DI VILLA GREGORIANA


AMBIENTE IN CUI SI TROVA LA VILLA GREGORIANA
Siamo al limite Nord-Est di Tivoli, nel luogo dove nell’antichità si trovava il Bosco Sacro di Tiburno, ai piedi del Monte Catillo, la brulla montagna che domina la città.
La Villa Gregoriana, oggi inclusa in un più ampio Parco comprendente anche la contigua Valle dell’Inferno ed alcune note vestigia archeologiche, è un "giardino romantico" realizzato nella prima metà dell’ottocento per volere del bellunese Papa Gregorio XVI, in occasione delle opere di regolamentazione delle acque dell’Aniene.
Essa si sviluppa su una zona scoscesa ed i suoi pittoreschi sentieri, che si snodano fra una folta vegetazione, toccano grotte, ruderi e aree panoramiche tra cui quella sulla spettacolare Cascata dell’Aniene.
Soggetto centrale dell’ambiente in cui ci troviamo è l’Aniene, un fiume a carattere torrentizio che proviene dai monti del Sublacense e discende verso la Campagna Romana, fino a confluire nel Tevere alla periferia della Capitale.
L’Aniene in questo luogo vedeva il suo flusso sbarrato da una propaggine del Monte Catillo e, ovviamente, aveva trovato il modo di aggirare l’ostacolo scavandosi un passaggio alla sua sinistra, che gli permetteva di scaricare le sue acque verso la pianura. Il dislivello da superare era di oltre cento metri e questo percorso naturale (che aveva generato una gola dall’evocativo nome di ‘Valle dell’Inferno’) si rivelò dapprima utile per gli operosi abitanti di Tivoli, ma molto pericoloso - in caso di piena - per la città stessa che si addensava ai lati di questo percorso.
Affacciandosi dal Ponte Gregoriano quella Valle è pienamente visibile, con le sue residue cascatelle: da questo ponte è possibile abbracciare l’intero Parco ed alcune famose vestigia archeologiche tiburtine (es. il Tempio della Sibilla) che fecero la gioia dei viaggiatori del Grand Tour.

STORIA del PARCO
La storia di questo parco è legata strettamente alle vicende dell’Aniene e degli uomini che lottarono contro i suoi disastri. La ragione della pericolosità delle piene del fiume, per parte dell’abitato di Tivoli, risiedeva nel fatto che una vasta zona della città (oggi riconoscibile come ‘quartiere medioevale’) era realizzata sotto il bacino superiore del fiume (bacino, tutt'ora visibile, che si forma nel punto in cui esso impatta con lo sbarramento naturale del Monte Catillo).
Ciò perché era possibile utilizzare in vari modi, con decine di canalizzazioni, la forza idraulica legata al dislivello delle acque che scendevano da tale bacino.
Fino al secolo scorso notevole era ancora il numero di opifici e mulini che utilizzavano la forza di quelle acque: non si dimentichi che il dislivello di cui si tratta ha reso possibile, ad esempio, i mille giochi d’acqua di Villa d’Este.
Il problema delle inondazioni da parte dell’Aniene si era già fatto sentire al tempo dei Romani, quando Tivoli era una fiorente città abitata da patrizi e possidenti . Plinio il Giovane descrisse una disastrosa alluvione avvenuta ai suoi tempi, ma nel corso dei secoli il fenomeno si ripetè varie volte.
Molte furono le opere di difesa costruite (e puntualmente distrutte dal fiume) nel corso dei secoli. Fino al disastro del novembre del 1826 che travolse anche una grande diga - da poco costruita - che si pensava avesse il potere di evitare tali eventi. Fu allora che Papa Leone XII intervenne ordinando la costruzione di una più possente diga a monte di quella crollata, ma fu subito chiaro che anche quella non era la soluzione definitiva.
Pervenuto al soglio pontificio Gregorio XVI, fu l’architetto Clemente Folchi che propose di traforare la propaggine del Catillo per portare le acque a sfogarsi - con un percorso abbreviato - in una grande cascata (quella dell’attuale Villa Gregoriana, appunto); Gregorio XVI approvò il progetto (coraggioso assai per i mezzi tecnici dell’epoca) ed i lavori furono iniziati nel luglio del 1832 e terminati tre anni dopo, sotto la sorveglianza del Cardinale Agostino Rivarola.
Scrive lo stesso Folchi (in una relazione all’Accademia Romana di Archeologia circa i ritrovamenti avvenuti durante i lavori) di quanta premura avesse il Papa per la salvezza di Tivoli, delle sue attività ed opere d’arte - ‘contro le quali - al dire de’ poeti - sembra rivolta la incessante collera del Fiume Anio per vendicare la rapita sua figlia Salea’.
Il traforo del Catillo avvenne realizzando due cunicoli sotterranei di circa 300 metri, paralleli, che permettono alle acque di raggiungere agevolmente un punto di caduta sulla sottotante pianura, lontano dall’abitato; gli accorgimenti idraulici posti in atto permisero di mantenere il bacino del fiume, a monte dei cunicoli, ad un livello e consistenza idoneo a permettere ancora il tranquillo sfruttamento delle sue acque. L’antico percorso non venne completamente impedito e quindi nei periodi di massima portata parte delle acque del fiume scendono ancora, ma senza pericoli, nella Valle dell’Inferno, passando sotto un nuovo ponte (Ponte Gregoriano)
. Nella zona sovrastante i cunicoli e nello scosceso pendio circostante, in vista della nuova cascata, il Papa Gregorio volle realizzare un giardino ‘romantico’, cioè un giardino ‘naturale’ come andava di moda a quei tempi; nacque così la Villa Gregoriana.
In tempi recenti , la generale incuria stava arrecando danni irreparabili a questa bella Villa (che rischiava di divenire eccessivamente ‘naturale’, invasa com’era da sterpaglie ed impraticabile), per non parlare della contigua Valle dell’Inferno, divenuta discarica di elettrodomestici: una benemerita opera di risanamento e valorizzazione è stata condotta dal FAI ad iniziare dal 2002 tant’è che dal 2005 l’intero Parco è aperto ai visitatori.

IL PARCO VILLA GREGORIANA OGGI
La Villa Gregoriana (contrariamente alla Villa d’Este) è solo un parco naturale e pertanto manca della parte residenziale che caratterizza le ville nobiliari del Lazio; per la verità Gregorio XVI si preoccupò di recuperare i resti dell’antica residenza di Manilio Vopisco (distrutta dall’alluvione di cui parla Plinio) ma si tratta solo di pochi ruderi.
. Il Parco di Villa Gregoriana è un’area che comprende un articolato percorso che va dalla Villa Gregoriana vera e propria (un giardino’romantico’ voluto da Gregorio XVI) alla cosiddetta ‘Valle dell’Inferno’ed alle vestigia dell’Acropoli della Tivoli romana. Questo giardino fu così realizzato da Papa Gregorio sulla propaggine scoscesa del Monte Cutillo, nel terreno sottopassato dai due trafori che danno luogo alla possente Cascata dell’Aniene, uno spettacolare salto d’acqua che costituisce una grande attrattiva del luogo. Questo è classificato un ‘giardino romantico’ cioè un giardino che non segue i canoni geometrici tipici di quelli italiani (rinascimentali).
Il Romanticismo europeo aveva infatti pervaso anche la moda dei giardini che (sui modi di quelli detti ‘all’inglese’) dovevano essere luoghi suggestivi in cui la natura, opportunamente assecondata, permetteva all’anima di sognare. Da qui la preminenza di alberi di ogni specie e dimensione, la cura dei sentieri che riservano angoli di raccoglimento, percorsi tortuosi cosparsi di scale, antichi ruderi e grotte all’apparenza naturali.
La contigua verde Valle dell’Inferno ( impressionante gola scavata nei millenni dall’irruenza disastrosa dell’Aniene) e la vista - sull’altura di fronte - dell’Acropoli Tiburtina (con il Tempio di Tiburno e dell’ancora più famoso tempio rotondo della Sibilla) completano l’interesse di una visita a questo pregevole sito.


TRA GLI ALTRI LUOGHI DI INTERESSE non lontani dalla villa Gregoriana, oltre alla più famosa Villa d'Este, si segnalano: a Tivoli stessa (seppure semi-nascosto fra le costruzioni ‘moderne’) un pittoresco Quartiere Medioevale, oltre alla Rocca Pia ed una serie di monumenti Romani; nella pianura sottostante la grandiosa Villa Adriana ed il ponte Lucano, mentre alle spalle di Tivoli, verso Est, sono facilmente raggiungibili i Monasteri Sublacensi. Per le antichità romane e medioevali di Tivoli e per i Monasteri si rimanda alle relative rubriche di lazioturismo.it.




Per informazioni:
Tivoli si trova a 30 chilometri da Roma, sulla Via Tiburtina; si può raggiungere con L’Autostrada dei Parchi (A 24), uscita Tivoli (presso Villa Adriana) nonché con mezzi pubblici: Ferrovia Roma-Pescara (da Roma Tiburtina fino alla Stazione di Tivoli) e con le frequenti corse Bus Cotral (Capolinea Roma Ponte Mammolo -Metro B). La Villa è aperta tutto l’anno, tranne il lunedì ed in date particolari.
Per conoscere periodi ed orari d’ingresso al Parco (differenti secondo le stagioni), Info FAI Tel. 0774 332650.
L’indirizzo è: Piazza del Tempio di Vesta, Tivoli (RM).

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